Durante il TTG di Rimini all’inizio di ottobre 2025 emersero polemiche interne al PD quando il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale espresse sostegno agli indennizzi per i concessionari balneari uscenti, proponendo di finanziarli con sovrattasse sui canoni demaniali per tutelare gli investimenti storici nel settore. Questa posizione, condivisa con il ministro Matteo Salvini durante un incontro con i sindacati Sib e Fiba, provocò la reazione di circa 65 iscritti PD di Rimini, che inviarono una lettera aperta al segretario regionale Luigi Tosiani, accusando de Pascale di alimentare privilegi contrari alla direttiva Bolkestein e al Codice della Navigazione, che esclude indennizzi alla scadenza naturale. I firmatari, tra cui ex assessori come Maurizio Melucci e figure della sinistra locale, sottolinearono che gli indennizzi violerebbero l’interesse pubblico e favorireebbero proroghe automatiche invece di gare trasparenti per nuove imprese, criticando un’alleanza percepita con il centrodestra. Le associazioni balneari, come Sib-Fipe-Confcommercio e Fiba-Confesercenti, appoggiarono de Pascale e Salvini, criticando la “fronda” PD come in malafede e difendendo il valore strategico del settore per il turismo romagnolo, con presidenti come Enrico Postacchini e Dario Domenichini che lodarono l’impegno per un confronto con l’UE. De Pascale rispose smorzando le tensioni, ribadendo l’importanza degli indennizzi paragonandoli a quelli per i tassisti in caso di nuove licenze e accusando i governi passati di inerzia con Bruxelles, mentre auspicava un appoggio unanime dal PD regionale. La divisione nel PD riminese evidenziò un contrasto tra la linea istituzionale di de Pascale e la base più europeista, con reazioni che inclusero appelli a difendere l’interesse pubblico contro lobby settoriali.
Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, ha recentemente intensificato le critiche al governo Meloni-Salvini per aver tradito le promesse elettorali ai balneari, evaporando l’impegno a esentare il settore dalla direttiva Bolkestein e dalle gare pubbliche obbligatorie dal 2026. Intervenendo all’arrivo a un convegno a Bologna il 18 ottobre 2025, come riportato da Newsrimi, de Pascale ha chiarito che le polemiche interne al PD oscurano il vero problema: il governo di centrodestra, inclusi Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, aveva garantito ai concessionari di evitare le evidenze pubbliche delle aste, ma ora la promessa è svanita, lasciando incertezza sugli indennizzi per chi perderà le concessioni. Pur confermando collaborazione regionale sulla proposta minima di Salvini di modificare l’articolo 49 del Codice della Navigazione – che attualmente prevede “indennizzi zero” per opere non amovibili alla scadenza naturale, fornendo appigli alla Commissione UE – de Pascale ha paragonato la situazione a quella dei tassisti, dove nuove licenze prevedono compensi automatici, evidenziando l’assenza di tutele per gli stabilimenti balneari che cesserebbero l’attività senza riconoscimento del valore economico dell’impresa. Questa posizione rafforza l’asse con Salvini emerso al TTG, dove entrambi chiesero a Bruxelles di non interferire e annunciarono una sfida alla Corte di Giustizia europea se necessario, ma solleva nuove tensioni con la base PD che vede negli indennizzi un favore alle lobby contro la concorrenza e la liberalizzazione europea. Le associazioni balneari continuano a lodare de Pascale per la difesa del settore, cruciale per l’economia costiera romagnola, con appelli ai Comuni di sospendere le gare in attesa del decreto indennizzi previsto entro fine 2025, mentre il dibattito si concentra sulla fattibilità della modifica all’articolo 49 dopo il rigetto dello schema di decreto dal Consiglio di Stato a luglio. De Pascale ha invitato a un confronto serrato con l’UE, sottolineando che gli indennizzi non sono un premio ma un riconoscimento per anni di investimenti in un contesto di incertezza normativa.