G20 DELLE SPIAGGE-ASSOBALNEARI ITALIA al Governo: Applicare correttamente la Direttiva Servizi e non in modo strumentale per consentire agli stranieri di entrare in Italia!

 

Assobalneari Italia- Federturismo Confindustria, con l’intervento di Ezio Filipucci, ha ribadito in occasione del G20 delle spiagge svoltosi a Riccione, l’urgenza della corretta applicazione dei veri e autentici principi europei contenuti nella Direttiva Servizi. L’ obiettivo della Direttiva Servizi non è quello di espropriare aziende a chi le ha costruite ma quello di creare nuovo lavoro e ricchezza nelle aree più povere del Paese e del continente europeo per raggiungere il vero obiettivo primario della Bolkestein che è la coesione sociale.
Uno dei modi per fare ciò – ha spiegato Filipucci – non è quello di creare nuovi disoccupati, ma ad esempio, recuperare porzioni di spiaggia che oggi in molti casi sono male utilizzati tipo la valorizzazione di spiagge dove oggi si trovano ex stabilimenti industriali come l’area Bagnoli a Napoli, discariche a cielo aperto in diverse zone del sud Italia, ex poligoni militari come a Quirra in Sardegna . In questo modo si può evitare un uso sbagliato di un bene prezioso, con non è scarso, bensì in molti casi solo usato male.
Il rappresentante di Assobalneari ha ribadito che la Bolkestein all’art. 11 prevede un lungo periodo di durata delle concessioni. E che le evidenze sono un’eccezione da usare per il rilascio di nuove concessioni qualora il bene sia scarso, e che questa norma non vale solo per il paese membro a forma di stivale ma, come si legge nell’articolo 12, vale per tutti gli stati membri.
E perciò solo dopo la mappatura delle coste, comprendendo anche quelle delle acque interne, fatta da tutti gli stati europei si potrà valutare la scarsità del bene, e solo in quel caso allora procedere con le evidenze pubbliche.
La vera liberalizzazione delle spiagge in Italia è incominciata nel dopoguerra e si è fermata a causa della mistificazione dei principi della Direttiva cosiddetta Bolkestein, dal nome del suo estensore che venne proprio nel parlamento italiano a spiegare che la “sua” Direttiva non si deve applicare alle spiagge perché beni e non servizi. Solo il mercato può decidere sul campo chi è l’imprenditore migliore…non un funzionario comunale sulla carta.
Assobalneari Italia, anche dal Palco del G20 ha chiesto al Governo il rispetto dei veri principi europei. Ogni qualsivoglia mistificazione che metta in atto una truffa ai danni di 30.000 famiglie, ha concluso Filipucci, sarà la causa scatenante di una guerra giuridica senza fine a tutela di coloro che queste aziende le hanno create e non avute in regalo.

Bolkestein, Castelli : “Sarebbe un azzardo vanificare un patrimonio così rilevante”

 

“La Bolkestein non è un dogma verso cui esprimere un atteggiamento di ossequio, bensì è un provvedimento che può essere messo in discussione in quanto non recepisce a pieno le aspettative e le esigenze di un comparto di primissimo piano come quello dei concessionari balneari”. Questo quanto dichiarato da  Guido Castelli, partecipando all’incontro di mercoledì pomeriggio con i balneari di San Benedetto.
 
“La Regione ha evidenziato, più volte, la contrarietà alla Direttiva Ue e ai suoi indirizzi. L’Ente ha sottolineato come essa non sia immediatamente operativa per una serie di fattori, tra cui la mancanza delle mappature, che sono requisiti fondamentali per stabilire se ci siano o meno le condizioni procedurali per andare avanti. A confermare questa posizione della Regione molto netta e chiara anche la circolare con cui si invitano i Comuni costieri ad astenersi dal bandire le gare per le concessioni. Il turismo balneare rappresenta un’eccellenza per il nostro territorio anche grazie ai sacrifici, al lavoro, alle competenze e alle professionalità di operatori che da decenni sono in prima linea in questo specifico ambito. Sarebbe un azzardo vanificare un patrimonio così rilevante e apprezzato per un mero disegno calato dall’alto”.
 
L’assessore regionale auspica dunque un ripensamento da parte delle istituzioni: “Invitiamo le istituzioni centrali e le autorità comunitarie a rivedere con attenzione e maggior sensibilità questa misura soprattutto alla luce di questo periodo così controverso, con l’obiettivo nel contempo di conservare un patrimonio economico straordinario di cui fanno parte gli stabilimenti marchigiani. Una realtà consolidata nel tempo che rende l’offerta turistica delle Marche davvero unica”.